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Paolo Zelati

Interviste

SID HAIG CI RACCONTA DEL SUO RAPPORTO CON ROB ZOMBIE

Intervista pubblicata su Horror Mania del Maggio 2005

Mi racconti come sei stato coinvolto nel film “La casa dei 1000 corpi”?

E’ stato facile: il mio agente mi disse di passare all’ufficio casting dove mi avrebbero dato il copione; se la storia mi piaceva la parte era mia. Appena ho letto la storia ho pensato che il film sarebbe stato un successo e, soprattutto, che mi sarei divertito un mondo a farlo, così ho accettato.

Dove è stato girato il film e cosa ti ricordi della lavorazione?

Il film è stato girato in diverse location: negli studi della Universal, nel deserto californiano e tra le montagna di Santa Corrida Valley. Mi sono divertito molto ed è stato molto gratificante.

Ti sei ispirato a qualcuno in particolare per modellare il tuo personaggio di Capitain Spaulding?

A dire la verità no, non ho pensato a nessun attore o personaggio in particolare, ho semplicemente attinto alla mia follia personale (ride).

Quali indicazioni ti ha dato Rob Zombie sul personaggio?

Lui non mi ha chiesto niente di specifico, si è affidato completamente alla mia esperienza e ha aspettato di vedere in che modo avrei dato vita al personaggio. Una delle cose più belle nel lavorare con un regista esordiente è vedere fino a che punto posso osare: in una delle prime scene che abbiamo girato io dovevo alzare le mani di fronte al bandito che voleva rapinare il mio negozio; quando io gli ho mostrato le mia dita medie alzate, Rob (che non se le aspettava) è morto dal ridere e ha rovinato la scena, ma io ho capito che con lui potevo osare qualsiasi cosa!

Secondo te chi è veramente Capitain Spaulding?

Spaulding è una sorta di versione allucinata di Capitain America perché se ci pensi bene lui non fa niente di sbagliato: protegge il suo negozio da un tentativo di rapina, racconta delle storie macabre a degli stupidi ragazzini che gliele chiedono, cerca di persuaderli a non andare all’albero maledetto ma alla fine li aiuta disegnando loro una mappa e alla fine del film la ragazza gli chiede di portarla da una dottore e lui lo fa! (Il dottor Satana, n.d.r.). Non fa nulla di male (ride).

I personaggi di “The Devil’s Rejects” ricordano molto i componenti della Manson Family, ti ricordi se il regista vi ha indirizzato verso questa strada?

In realtà non ne abbiamo mai parlato direttamente, anche se sicuramente molte scene alludono verso quella direzione. Però non si tratta semplicemente della Manson Family, piuttosto si tratta di un ritratto generale della famiglia folle e disfunzionale che spesso troviamo descritta in qualche pagina di cronaca nera americana. La cosa più interessante di “The Devil’s Rejects” è che, nonostante tutte le loro malefatte, lo spettatore non riesce ad odiare i componenti della famiglia Firefly, anzi… La ragione è semplice: tu sei portato a simpatizzare per i Firefly soprattutto perché i poliziotti (che dovrebbero essere i buoni) sono molto peggio di loro! (ride).

Non avete mai parlato di “Non aprite quella porta” come un sorta di film guida?

Sicuramente il film lo abbiamo tenuto presente, ma soprattutto per quanto riguarda il tipo di stile documentaristico da usare; per il resto ci siamo concentrati sulla nostra storia e su quello dovevamo fare per raccontarla. Rob è un regista con molto talento e ha una visione precisa di quello che vuole realizzare, poi è anche molto bravo nel comunicare le sue percezioni alla troupe e agli attori.

Mi racconti l’odissea distributiva nella quale è dovuto passare “La casa dei 1000 corpi”?

Il problema legato alla distribuzione di questo film è stato veramente bizzarro: La Universal ha pagato per realizzare il film e due produttori erano presenti giornalmente sul set. Una volta che il film fu terminato alcuni capi dello Studio assistettero ad una proiezione e ne furono terrorizzati tanto da decidere di non distribuirlo: era troppo dark, troppo pauroso e senza ironia. Lo odiarono. Così Rob tornò sul mercato e la MGM si propose di acquistarlo; ma un giorno Rob partecipò ad un programma di MTV insieme a Ben Affleck il quale gli chiese: “Ma se la Universal ha detto che il film è immorale perché la MGM dovrebbe prenderlo?”, Rob rispose, assolutamente per scherzo: “Perché alla MGM sono immorali!”. Il giorno dopo la MGM si rifiutava persino di ammettere di essere stata interessata al film!

Ci sono delle voci che affermano che il film sia stato pesantemente tagliato, ti ricordi di scene non presenti nella versione distribuita?

Le scene tagliate sono state quelle che qualcuno considerava “violenza gratuita”. Tipo ci dissero che nella scena del cimitero, la ragazza doveva essere pugnalata 5 volte e non 10 come avevamo girato…tutte follie di questo tipo!

Qual è la differenza maggiore tra “La casa dei 100 corpi” e “The Devil’s Rejects”? Il primo film era molto sopra le righe e anche la violenza era molto grafica e stile cartoon, mentre The Devil’s Rejects è più maturo, molto più ancorato alla realtà; la violenza è ancora più estrema ma è reale, e questo è normale quando vediamo tre persone che devono combattere per la propria vita.

Parlami dei due cammei illustri di Ken Foree e Michael Berryman; che tipo di coinvolgimento hanno avuto nella lavorazione?

Sono stati coinvolti fin dall’inizio del progetto e molto del materiale tagliato dal montaggio definitivo vedeva protagonisti questi due attori: erano delle scene molto divertenti ma purtroppo svincolate dalla storia.

Perché in “The Devil’s Rejects” Capitain Spaulding si toglie la maschera da clown?

Semplicemente perché non ne ha più bisogno; quando le cose si fanno serie lui mette da parte le sue fantasie da clown e si mette in gioco fino alla fine.

Pensi che vedremo una terza avventura della famiglia Firefly?

Probabilmente no; non credo che ce ne sia bisogno. Il finale di The Devil’s Rejects è un finale aperto, ma comunque sia credo che debba rimanere così, ogni spiegazione sarebbe superflua.

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